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Messaggio del Cristo, agli orgogliosi esperti della Bibbia

Nuova Parola di Dio

 

La giusta via per la giusta meta

 

9 / G.E.G. /99 – 101

 

Messaggio del Cristo, agli orgogliosi esperti della  Bibbia

 

 

Nella Nuova Rivelazione, Gesù rivela un episodio avvenuto durante il Suo tempo di predicazione Il Signore parlando ad un gruppo di discepoli fa riferimento ad Giuda Iscariota  che conosceva bene le sacre scritture ma che nel suo cuore era pieno d’orgoglio disprezzando altri discepoli che non avevano lo stesso grado di conoscenza.

 

1. Io (Gesù) dissi pieno di cordialità al gruppo: 2. Oh, lo so benissimo che egli : Giuda Iscariota) è un esperto nella Scrittura, e so anche di tutte le sue conoscenze ed esperienze fatte altrove; in tutto questo egli è di gran lunga superiore a tutti gli altri Miei discepoli. Ma che gli giova tutto ciò, se ormai da circa due anni e mezzo viene in giro con Me con lo scopo principale di osservarMi acutamente in tutto quello che dico e faccio, caso mai trovasse alla fine qualcosa che non fosse in armonia con la Scrittura. E in ciò trovano sempre nuovo alimento la sua segreta e dunque non ancora deposta superbia, e così anche il suo egoismo e l’avidità di guadagnare in qualunque modo possibile; ragion per cui egli continua a rimanere com’è, e non si lascia ammonire da nessuno in maniera tale che sia per un completo e vero miglioramento della sua vita. Egli infatti pensa sempre fra sé: “Che cosa volete insegnare voi, poveri e ignoranti pescatori, a me che sono un esperto della Scrittura?”.

3. Io però dico: “Essere un esperto della Scrittura è di per sé cosa molto buona e giusta, ma Io preferisco di gran lunga un uomo che sa anche solo poco della Scrittura, e vive ed opera con fede in base ad essa, piuttosto che un uomo pieno di erudizione nella Scrittura, ma che la critica soltanto, ha in essa solo una debole fede, e alla fine non ne ha affatto, e perciò anche non vive né agisce secondo la Scrittura, ma solo secondo il consiglio della propria mondana ragione”.

4. Una volta che un uomo si è gonfiato nella presunzione del suo molto sapere, egli è praticamente, come i sapientissimi ebrei e farisei e scribi di Gerusalemme, cieco nello spirito, e ciò a tal punto che in pienissimo giorno non vede il bosco per i troppi alberi, e perciò lo continua sempre a cercare e, standovi in mezzo, domanda: “Ma allora dov’è il bosco che io cercavo e volevo vedere?”

5. Non è forse proprio così, dal punto di vista spirituale, per l’uomo che, in mezzo alla vita, continua a domandare se egli vive davvero e in che cosa consiste poi la sua vita?

6. Stolto! La tua pelle e la tua carne e tutto il mondo esteriore, simile a te, ovviamente non potranno dirtelo, poiché tutto ciò di per sé non ha vita, ma è solo un effetto della vita! Entra però nella tua interiorità attraverso la fede, l’amore, l’umiltà, la mansuetudine e la vera abnegazione di sé, e diventa in tal modo tu stesso vita con la Vita da Dio in te, allora certo sperimenterai che tu vivi veramente, e che cos’è la vita!

7. Infatti, perché gli uomini non cercano l’oro nella roccia sterile, ma lo cercano invece nel punto dove scoprono tracce di questo metallo, là penetrano all’interno delle montagne e vi raccolgono grandi tesori? Ma se gli uomini fanno questo senza paura e timidezza per guadagnare tesori terreni che in sé sono morti e a moltissimi portano anche la morte, allora perché essi non lo fanno in se stessi e con se stessi per guadagnare l’oro della vita nascosto in loro? Eppure già sulla loro pelle essi hanno le più evidenti tracce dell’interiore e vero oro della vita.

8. Una volta che uno esiste e vive, ma - quale frutto di vita ancora immaturo - non riesce ancora a distinguere come e perché egli esiste e vive, costui si esponga attivamente alla Luce da Dio, si lasci da essa illuminare intensamente e riscaldare nel cuore, e così perverrà alla liberazione interiore e alla vera maturità della vita. In questa maturità egli certo scorgerà allora, in modo ben riconoscibile, come e perché lui esiste e vive, e che cosa e Chi è la vita in lui!».

 

La giusta via per la giusta meta.

Errata e giusta educazione dell’intelletto.

 

1. (Il Signore:) «Quando l’uomo si muove nel mondo ancora alquanto cieco nei riguardi della vita e immaturo, assomiglia a uno stelo di frumento mentre comincia a svilupparsi dal seme. Quando questo, sotto l’influsso del sole, è cresciuto appena all’altezza di una spanna sopra il suolo della Terra, non si osserva nulla ancora di una qualche spiga di grano; ma sotto l’influsso sempre più vigoroso del sole, diventa presto visibile anche la spiga. La spiga diventa dunque più piena e più perfetta, fiorisce, mette i chicchi, e questi maturano sullo stelo e negli involucri della spiga fino a diventare un frutto di frumento sodo e portatore di vita, il quale nella sua piena maturazione si stacca completamente dallo stelo, e così pure dall’involucro, e si trova di per sé libero.

2. Una volta che il grano è giunto a completa maturazione, allora muore lo stelo con la spiga. Perché dunque? Perché tutta la sua precedente vita esteriore si è riunita nella vera vita interiore del frutto nel chicco, in cui si trovano ora anche le radici e lo stelo che si va sviluppando in ogni stadio della sua crescita e del suo perfezionamento fino alla piena maturazione. E ciò non solo in forma semplice, ma direttamente moltiplicabile all’infinito; altrimenti un chicco posto nella terra non potrebbe far apparire di nuovo, in numero sempre più moltiplicato, ciò che è necessario per la crescita e la maturazione del frumento.

3. Ma avete mai sperimentato, magari una volta soltanto, che nel rigido e freddo inverno, alla luce debole del sole, della luna e di tutte le stelle, uno stelo di grano sia cresciuto dalla terra fino alla sua piena maturazione e con tanto di spiga e chicchi? Ma quanto poco è possibile ciò in inverno, altrettanto poco possibile è anche che un uomo possa giungere alla vera maturità di vita interiore e libertà sotto le innumerevoli e svariate piccole luci della tanto esaltata sapienza del mondo! Su di lui deve venire l’estate della vita, preceduta dalla primavera. Tale primavera consiste nella fede che diventa sempre più viva attraverso l’azione; ugualmente l’estate, che porta a piena maturazione tutti i frutti, consiste nell’amore sempre più forte verso Dio, e da esso anche verso il prossimo.

4. Dio però, di per Sé l’Amore, la Luce e la Vita, è il vero Sole di ogni vita. Chi ama Dio sempre più profondamente in ogni azione, secondo la Sua Volontà rivelata, costui penetra nel proprio intimo e passa così nella vera estate dello spirito  proveniente da Dio. In tale estate, sotto la luce della vita d’amore e sotto il suo calore vitale, egli giunge alla vera maturità della vita.

5. Ora che sentite questo dalla Mia bocca, tenetene ben conto e agite di conseguenza,

così giungerete alla vera maturità della vita! Avete compreso ora questo, e anche tu, Giuda Iscariota!»

6. Disse quest’ultimo: «Signore e Maestro, ora hai parlato con immagini chiare, e noi le abbiamo anche capite, e ora ognuno sa, in modo ancora più convincente di prima, ciò che deve fare per giungere in se stesso al Regno di Dio. Ma non è comunque un lavoro facile quello di portare in sé alla forza viva ciò che nell’uomo ancora riposa inerte e sonnecchia, così come il germe nel chicco di grano. Questo chicco deve anzitutto essere posto in un buon terreno, e deve prima morire completamente affinché nel germe lo spirito, che tutto opera, possa destarsi e iniziare l’attività che gli è propria in base all’intelligenza che appunto dimora anche in esso; altrimenti dal chicco di grano che giacesse all’asciutto in un granaio, nonostante la bellissima primavera e l’estate, non cresceranno mai uno stelo, una spiga e un chicco maturo!»

7. Dissi Io: «Bene, se tu sai questo conforme a piena verità, allora spogliati dell’uomo vecchio, l’Adamo materiale, e indossa quello nuovo proveniente da Me, e allora l’uomo interiore in te già da se stesso diventerà altrettanto attivo, come lo spirito nel germe, quando il chicco che lo circonda marcisce nella terra, e con ciò è passato nello spirito del germe, quale nutrimento e rafforzamento!»

8. Allora disse di nuovo Giuda Iscariota: «Signore e Maestro, come ci può spogliare del vecchio Adamo e poi indossarne uno nuovo? Si deve dunque uccidere il corpo di carne, per giungere così a un corpo spirituale?»

9. Dissi Io: «Ma come può giungere a una tale sciocchissima opinione uno dei Miei vecchi e più istruiti discepoli? Chi ha mai detto che un uomo deve uccidere il proprio corpo per poter poi diventare un uomo puramente spirituale? Le tue brame e voglie mondane, che smaniano e infuriano nella carne, quelle sottometti con la tua libera volontà, e tendi al Regno di Dio in te nella maniera già a voi tutti fin troppo chiaramente nota, e così facendo ti sei spogliato dell’uomo vecchio e ne hai indossato uno nuovo.

10. Ma se tu continuerai ancora fra te, per quanto nascostamente, a rimanere attaccato alle cose esteriori e alle loro attrattive, e a fantasticare nell’ambito ristretto della tua sapienza terrena e delle svariate esperienze che hai acquisito come un cieco, allora certo ti può ancora capitare che il cattivo spirito del mondo ti faccia completamente prigioniero e tu, quale pietosa vittima, ne diventi preda con corpo e anima.

11. Chi con osservazioni pure e semplici e secondo i giudizi della sua intelligenza mondana vuole pervenire all’interiore e vera sapienza dello spirito proveniente da Dio, costui sbaglia enormemente, s’incammina su strade errate che sono piene di precipizi in cui egli, nella notte del suo spirito, fin troppo presto e fin troppo facilmente può cadere e rovinarsi del tutto.

12. Non brillano nella notte molte, innumerevoli luci in cielo? Ma nonostante ciò con la loro illuminazione non puoi leggere alcuna scrittura! Così altrettanto un uomo, malgrado i mille chiarori delle conoscenze mondane da lui faticosamente acquisite e delle  esperienze fatte, non può decifrare la scrittura interiore della vita.

13. Ma come di giorno, alla luce del sole, si può leggere bene qualunque scrittura, per quanto piccola, così anche un uomo, quando, con il suo operare secondo la Mia Parola, l’interiore sole della vita è sorto in lui, può allora leggere e comprendere la propria interiore e vera scrittura della vita, e riconoscere le relazioni di tutto ciò che è in lui, ed anche di ciò che lo circonda all’esterno da tutte le parti.

14. Mentre col puro cercare al pallidissimo bagliore dell’intelligenza mondana l’anima, nell’uomo, non trova neanche se stessa, e meno ancora il rapporto vitale che la mette in relazione col corpo e con lo spirito in essa. L’uomo deve bensì educare la sua intelligenza cerebrale e imparare a pensare ragionevolmente, però non alla maniera del mondo, ma alla maniera dei veri figli di Dio, come è ben evidente fra i pii patriarchi ed antichi padri. Così anche l’intelligenza cerebrale giungerà presto e facilmente a quella intensità di luce, di fronte alla quale ogni sapienza del mondo è una grande tenebra.

15. Considerate solo, per esempio, la prima educazione intellettiva di un Samuele e di un Davide, di un Salomone e ancora di altri uomini in gran numero! Dove si trova fra i mondani, per quanto eruditi, siano essi ebrei o pagani, uno che uguagli quegli uomini in sapienza? Osservate perciò quello che Io Stesso vi indico, così anche l’intelligenza cerebrale sarà ottimamente illuminata in tutto!».

 

La causa delle angustie sulla Terra

 

1. Disse ora l’oste: «Signore e Maestro, Ti ringrazio non soltanto per me, ma anche per tutti quelli della mia casa da Te guariti, per questo insegnamento col quale siamo stati messi in grado di conoscere noi stessi e così anche il Regno di Dio in noi! Quello che dobbiamo fare, ora lo sappiamo più chiaramente di quanto sia mai accaduto prima, e poiché ora sappiamo questo, allora agiremo anche di conseguenza, e non ci lasceremo più fuorviare dal mondo. Rafforza Tu con la Tua Grazia e col Tuo Amore la nostra volontà, affinché anch’essa cammini sempre di pari passo con la nostra conoscenza della verità proveniente da Te, fino al luminosissimo traguardo della nostra vita. Poiché il conoscere la verità, per quanto luminosa essa sia, non è sufficiente se al suo fianco procede una volontà pigra e debole! Ma la volontà è la forza dell’amore in noi; e così come tale amore è costituito, così è anche la volontà. Perciò rafforza dunque in noi, o

Signore, prima di tutto l’amore per Te e per il prossimo!»

2. Dissi Io: «La tua è una richiesta vera e giusta, e troverà anche pieno esaudimento; ma allorquando un uomo chiede vane e sciocche cose di questo mondo, allora difficilmente troverà da Me un pieno esaudimento. Perciò sii ora pieno di consolazione, e vedrai che nel tuo agire troverai anche il pieno esaudimento della tua richiesta; e così anche tutti coloro che hai incluso nella tua preghiera. Mi è infatti sempre gradito se qualcuno, per puro amore, viene a Me con una giusta richiesta, e questa non dovrà mai essere inascoltata. Ma richieste e preghiere di quegli uomini che si fanno altamente onorare ed esaltare come servitori di Dio e che, per il loro vuoto chiedere e pregare, si fanno pagare profumatamente senza alcuna misericordia, ebbene, tali richieste e preghiere non troveranno mai da Me neanche il pur minimo ascolto. Infatti, quello che un uomo fa al suo prossimo non per vero amore, ma solo per brillare davanti al mondo, non ha presso di Me nessun valore.

3. Se fai del bene al tuo prossimo con la mano destra, fa’ che la tua sinistra non si accorga di nulla; Dio, che ben vede ogni cosa per quanto nascosta sia, te ne ricompenserà senz’altro!

4. Quando qualcuno dà in prestito il denaro che ha in più rispetto a quanto gli serve, non lo presti a coloro che in cambio possono pagargli grossi interessi, ma lo presti a coloro che si trovano nella vera necessità, e senza interessi! E se costoro non possono restituirgli neppure il capitale, non porti loro rancore e non ricorra a sequestri contro quelli che si sono impoveriti, spesso senza loro colpa, ma egli abbuoni loro, in tutta cordialità e vero amore del prossimo, ciò di cui gli sono debitori. In verità allora Io, al credente così misericordioso, restituirò il capitale con alti interessi, e costituirò per lui un grande tesoro nel regno dei Cieli, di cui egli avrà da scialare a piene mani eternamente.

5. In verità, anche un sorso d’acqua fresca che il vostro amore ha offerto a un assetato, troverà da Me ricompensa!

6. Se gli uomini tutti vivessero fra loro così, e agissero secondo la Volontà e il Consiglio di Dio a loro già molto spesso rivelati, allora non sorgerebbero mai né angustie, né afflizioni, né tribolazioni fra loro su questa Terra. Ogni miseria se la procurano solo gli uomini stessi con il loro malvagio spirito di usura. Dapprima soffrono i piccoli e i poveri, poi però capita mille volte peggio ai grandi e potenti; essi infatti per la loro mentalità di usurai e per la loro grande sete di potere, che troppo grida vendetta al Cielo, sono ladri e rapinatori dei popoli, e perciò da parte Mia avranno da aspettarsi, a tempo debito, anche il compenso che si meritano.

7. Guardate un po’ tutti i grandi regni della Terra a voi noti! Dove sono i re un tempo così potenti: i re di Babilonia, di Ninive e di Grecia, e i potenti Egiziani e i loro faraoni? Sono tutti inariditi; e altrettanto succederà anche ad altri simili imperi in ogni futuro, a causa della loro usura e della loro eccessiva sete di potere! Infatti, la troppo egoistica usura e l’eccessiva sete di potere e di lustro degli uomini, sono il vero e proprio Satana, un principe di questo mondo. Il mondo - essendo privo di ogni luce vitale dai Cieli - è perfettamente l’Inferno stesso, al quale è bensì permesso di elevarsi fino ad una certa altezza per provarne la libera volontà e l’amore di cui essa è capace, ma quando questa altezza è superata, allora viene il giudizio, e Inferno e Satana vengono precipitati nell’abisso della rovina. Perciò rimanete dunque tutti nella Mia Dottrina, e combattete con puro amore, buona volontà e con ogni mansuetudine e umiltà contro l’Inferno e contro  Satana, e riceverete in cambio la corona di vittoria dell’eterna vita, e fonderete già su questa Terra un vero Regno di Dio!

8. Dunque Io non sono venuto in questo mondo per portare ad esso, così com’è, pace e tranquillità, ma la spada per combattere contro di esso, ed Io Stesso, quale eterna Verità, sono la Spada! E questa Spada l’ho data anche a voi per la lotta contro l’Inferno e contro tutta la sua tumultuosa potenza. Non temete perciò coloro che uccidono bensì il vostro corpo, ma non possono far danno all’anima; ma se proprio dovete temere qualcuno, allora temete Colui a cui appartiene ogni potenza in Cielo e su tutto il mondo della materia e che, Lui solo, è un Signore e Maestro della vita, e può scacciare una       anima colma di peccati nel più profondo abisso dell’Inferno e dell’eterna morte che lo caratterizza! Avete afferrato questo?»

 

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03/12/2016
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