La trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor resurrezione della carne
GESÙ NELLA REGIONE DI CAFARNAO
La trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor resurrezione della carne
5 /G.E.G./ -234-238
Gesù nella sua autobiografia del Suo ministerio terreno, rivela in modo esteso e dettagliato un episodio che nel Vangelo è riportato in maniera sintetico e senza alcuna spiegazione sulla resurrezione della carne.
1. Gesù: Giunto il sesto giorno, anzi in effetti era il settimo, Io dissi ai discepoli: «Ecco che ormai abbiamo lavorato onestamente sei giorni, ed anche in questo deserto il raccolto fatto è stato buono. Ora però è tempo di andare in altri luoghi, perché anche in questi posti ci sono ancora numerosi campi incolti e dei deserti che noi dovremo lavorare, benedire e rendere fertili.
2. Prima però di partire, converrà che alcuni di voi attendano qui con pazienza finché sarò ritornato giù da questo alto monte ai piedi del quale ora noi ci troviamo, ed in cima al quale Io intendo salire in compagnia di Pietro, di Giacomo e di Giovanni!».
3. E coloro che erano destinati a rimanere Mi domandarono il perché non potevano salire anch’essi sul monte con Me.
4. Io dissi: «Perché Io voglio così!».
5. Allora tacquero tutti, e nessuno si azzardò a farMi altre domande.
6. Aziona osservò così come fra sé e sé: «Il monte più alto è questo qui che ci sta proprio di fronte, ma, date le sue pareti quanto mai erte, è molto difficile salirvi!»
7. Io dissi: «CrediMi, per Me nessun monte è troppo alto né troppo erto! In poche ore noi saremo di ritorno, e tu vedi nel frattempo di disporre bene le cose per il pranzo».
8. Dopo di che presi con Me i tre discepoli già menzionati e ci mettemmo in cammino (Matt.17, 1). Dall'altra parte il monte era facilmente accessibile, e noi ne raggiungemmo la vetta dopo qualche ora; tuttavia, data la sua altezza, qualsiasi altro comune visitatore delle montagne avrebbe impiegato almeno dalle dodici alle tredici ore per compierne la salita, e perciò la nostra salita fu, al paragone, anch’essa una specie di miracolo.
9. Noi eravamo giunti sulla vetta massima del monte, dalla quale si dominava quasi tutta la Galilea, la Giudea e la Palestina, nonché una parte del gran mare propriamente detto. E quando i tre discepoli, alla vista di quell'immenso spettacolo, si trovarono come trasfigurati, Mi ringraziarono dal profondo dell'anima per lo straordinario, indicibile godimento a loro concesso, ma allora anch'Io venni trasfigurato in modo tale che la Mia faccia splendeva come il sole, e le Mie vesti si fecero di un candore tanto radioso da sembrare neve fresca illuminata dal sole (Matt.17, 2). A quello spettacolo i tre discepoli rimasero sbalorditi, e per qualche tempo non poterono articolare nemmeno una parola.
10. Appena dopo un po' di tempo Pietro si riebbe e disse: «O Signore, siamo forse già in Cielo o almeno nel Paradiso? Ho l'impressione come se intorno a me sentissi un lieve mormorio di voci angeliche!»
11. Ed Io dissi: «Né in Cielo, né IN SPECIE (particolarmente) in Paradiso, ma semplicemente e naturalmente sulla Terra! Ma considerato che per la Potenza della Parola di Dio abbiamo già in noi sia il Cielo che il Paradiso, nella misura in cui Essa comprende tutto il vero e il buono, così avviene che noi di fatto ci troviamo anche in Cielo e in Paradiso contemporaneamente. È proprio questo che trasfigura il vostro animo, ma dato che nel vostro animo siete trasfigurati dinanzi a Me, anch’Io fui trasfigurato esteriormente dinanzi ai vostri occhi, affinché vi accorgeste di essere di fatto in Paradiso e in Cielo allo stesso tempo, dato che il vostro intimo è colmo della verità fondata nella fede e del buono, che ne deriva, fondato nell'amore. Il vero Cielo e il vero Paradiso consistono unicamente nel fatto che voi crediate in Me, che facciate secondo quanto Io vi insegno e infine che Mi amiate con tutto il vostro cuore con i fatti; soltanto in questo modo potete possedere in voi il vero Regno di Dio senza di che del resto non ne esiste uno da nessuna parte in qualsiasi altro luogo. Ma quando questo Regno è in voi, allora
esso esiste dappertutto, nella sua piena realtà, in tutta l’intera infinità; e in qualunque luogo possiate trovarvi, sia su questa Terra, o sulla luna o su una di quelle innumerevoli stelle, che sono puramente dei corpi mondiali, voi siete sempre circondati dai vostri fratelli beati, anche se a causa del vostro corpo non li potete vedere con i vostri occhi di carne».
Il Signore a colloquio con Mosè ed Elia
(Matt.17, 3)
1. Dice Pietro: «O Signore, in qualche passo della Scrittura dovrebbe essere detto: “Le anime dei defunti verranno custodite in pace perfetta nel grembo della Terra fino al giorno del giudizio, nel quale esse verranno destate nuovamente dal loro lungo sonno dal suono delle potenti trombe degli angeli. Allora i buoni risusciteranno a vita eterna nel Regno dei Cieli di Dio, mentre i malvagi verranno cacciati per l'eternità nel regno infernale dove saranno continuamente tormentati dai demoni”»
2. Dico Io: «Come vadano interpretate tali enunciazioni dei profeti e tutte le altre comunicazioni simili, Io ve l'ho spiegato già varie volte, e quindi sarebbe assolutamente superfluo darvi ulteriori spiegazioni in proposito. Ma allo scopo di guarirvi definitivamente da una simile vostra opinione immensamente erronea, Io vi dischiuderò l'occhio interiore della vostra anima, e voi stessi potrete vedere come si presenti quel certo “riposo dell'anima” dei padri già da lungo tempo defunti, e vi rivelerò che aspetto abbia il grembo della Terra!»
3. Dopo di che Io esclamai a voce alta: «Efeta!», vale a dire: «Apriti!»
4. Ed ecco, nello stesso istante apparvero i due profeti, Mosè ed Elia, e cominciarono a ragionare con Me in un chiaro linguaggio riguardo a quello che sarebbe dovuto accadere di Me entro un paio d'anni e se non sarebbe stato possibile che gli avvenimenti prendessero un altro corso (Matt.17, 3). Io però li assicurai che era assolutamente escluso che potessi fare differentemente da quanto vuole il Padre, che è e dimora in Me.
5. Allora i due profeti si inchinarono profondamente e dissero ad una sola voce: «O Signore, la Tua Volontà è la sola santa; secondo questa Volontà avvenga dunque tutto, sempre in eterno, tanto qui nei Cieli, quanto presso tutti gli uomini e gli spiriti sulla Terra! Noi due, durante il tempo della nostra vita terrena, fummo grandi a causa del Tuo Nome; tuttavia noi ora preferiremmo trovarci con Te sulla Terra ugualmente a questi tre ed agli altri ancora che non sono qui, nonostante essi siano ora, come molto tempo ancora saranno, disprezzati e perseguitati a causa del Tuo Nome!»
6. Io dissi a Elia: «Anche tu fosti pure qui con Me sulla Terra non molto tempo fa! Trovasti forse benefica l’opera di Erode per la tua carne?»
7. Elia disse: «Sulla Terra no, ma tanto più mi ha fatto bene qui, ed io, malgrado le più celestiali beatitudini che ormai mi appartengono in eterno, desidererei, per amor Tuo, percorrere cento volte ancora la via della carne, per quanto disseminata di tribolazioni e di spine essa sia!».
8. A questo punto cadde sui discepoli un sonno così pesante che essi si accasciarono al suolo e dormirono profondamente per un breve tempo. 9. Io però continuai a ragionare con i due profeti, e dissi ad Elia: «Alla fine dei tempi di questa Terra tu verrai certo mandato ancora una volta nella carneagli uomini di questo mondo, però non più con la vista interiore dello spiritovelata, ma con la vista talmente chiara, anzi di più delle due prime volte sottoil nome di Sehel e più tardi di Elia, ed il fratello Mosè ti accompagnerà - peròsolamente in spirito, perché la sua carne rimane fino alla fine dei tempi proprietà della Terra.
10. Ma poi ogni carne di questa Terra sarà tramutata nello spirituale, tu però non ne avrai mai più bisogno, perché Io ti ho dato un nuovo corpo per l’eternità. Nel frattempo veglia bene sui figli di Israele finché, tra non molto, Io ritornerò quando la Mia massima opera sarà compiuta! Poi anch’Io ti darò un seggio stabile nel Mio nuovo Regno. Infatti, vedi, ora il tempo è venuto, quel tempo del quale già ti parlai qui sulla Terra, in cui Io creo tutto di nuovo; anzitutto i Miei mondi spirituali, più tardi altrettanto avverrà anche della materia quando essa avrà raggiunto il dovuto grado di maturità! Ed ora ridestiamo dal loro sonno i tre dormienti!».
I tre apostoli in comunicazione con l’Aldilà.
Lo Spirito di Dio nell’uomo come guida in ogni verità.
(Matt.17, 4-9)
1. Allora i tre si destarono, si alzarono da terra e videro Me, Mosè ed Elia, però non più splendenti, e ciò fu per loro molto gradevole, dato che la luce eccessivamente intensa di prima li aveva quasi accecati. Essi raccontarono come, sognando, si fossero intrattenuti con molti profeti dei tempi antichi riguardo a tutte le condizioni della vita nell'Aldilà, proprio come se essi fossero stati e avessero agito sulla Terra, e come molte cose misteriose fossero state loro chiarite.
2. Mosè ed Elia però a loro volta li ammaestrarono ulteriormente sugli svariatissimi rapporti del grande Aldilà.
3. E i tre si sentirono pervasi da tanta delizia e felicità che poi Pietro esclamò ad alta voce: «O Signore, è bello stare qui! Se Tu vuoi, facciamo tre capanne qui: una per Te, una per Mosè e una per Elia!» (Matt.17, 4).
4. E mentre egli parlava ancora così della costruzione delle capanne, una densa nuvola luminosa all'improvviso li coprì con la sua ombra, in modo tale che essi non poterono più distinguere niente nemmeno alla distanza di una spanna.
5. Ed ecco che dalla nuvola si udì una voce che disse: «Ecco: questo è il Mio diletto Figlio nel quale Mi sono compiaciuto, ascoltateLo!». (Matt.17, 5)
6. Quando i tre ebbero udito tali parole come un potente rombare di tuono, si spaventarono moltissimo e caddero prostrati sulle loro facce. (Matt.17, 6)
7. Io Mi accostai subito a loro, li toccai e dissi: «Alzatevi e non temete!». (Matt.17, 7)
8. Quando ebbero sollevato gli occhi da terra, non videro più nessun altro all'infuori di Me, e cominciarono a manifestare il loro grande stupore per tutto quello che avevano visto e udito (Matt.17, 8). I tre però avrebbero voluto domandarMi molte altre cose ancora, particolarmente riguardo al significato di quanto essi avevano visto in sogno.
9. Ma Io dissi loro: «Tutte queste cose le rivelerà alle vostre anime il vostro stesso spirito il quale è veramente il Mio Spirito in voi, e soltanto così le possederete in voi in maniera vivente. Infatti, anche se Io ve le chiarissi adesso, voi ne accogliereste la spiegazione nel vostro sapere e ci credereste poi per il fatto che sarei stato Io a rivelarvele. Sennonché in questo caso non sareste di gran lunga ancora nella piena verità, e ciò per il motivo che quanto spiegato non sarebbe vostra proprietà, ma di Colui che ve lo avrebbe rivelato attingendolo dal Suo tesoro vivente. Ma quando invece sarà il vostro spirito a rivelarlo
alle vostre anime, allora la rivelazione sarà vostra proprietà, e soltanto allora vi troverete nella piena verità.
10. Ora lo spirito del quale Io dico che è il vostro spirito, è appunto anch’esso il Mio Spirito in voi, ed è a conoscenza di tutte le cose e di tutti i rapporti come lo sono Io Stesso; quindi esso può guidarvi in ogni sapienza. Però attualmente esso non è ancora desto in voi e non è neppure agente in maniera completa, o meglio, è comunque desto ed agente in sé e di per sé, ma il suo essere desto e il suo essere attivo sono per voi ancora come qualcosa di estraneo e come di non appartenente a voi, dato che le vostre anime non sono ancora sufficientemente pure per potersi pienamente congiungere con il Mio Spirito.
11. Ma quando, dopo le Mie sofferenze delle quali vi ho già parlato, Io sarò asceso ai Miei Cieli, soltanto allora manderò su di voi lo Spirito Santo di ogni Verità e le vostre anime si congiungeranno con Esso; e questo Spirito, che in voi allora sarà pienamente una cosa sola con voi per l'eternità, vi guiderà in ogni verità e in ogni sapienza.
12. Di questa visione che avete avuto qui, però, occorre che non raccontiate nulla a nessuno prima della Mia Ascensione, della quale ormai sapete, come pure nessuno deve sapere niente di quanto Io ho operato nelle vicinanze di Cesarea di Filippo e qui presso questi pescatori! Ed ora scendiamo di nuovo giù al villaggio dei nostri pescatori!».
13. Noi ci incamminammo subito, e strada facendo Io ammonii nuovamente i tre a non raccontare, nemmeno agli altri fratelli, nulla della loro visione fino al tempo determinato, vale a dire fino a dopo la Mia Resurrezione e la Mia Ascensione. (Matt.17, 9)
Incarnazioni di Giovanni il Battista
(Matt.17,10-13)
1. Pietro però, mentre stavamo discendendo dal monte, si avvicinò a Me e Mi chiese cosa significasse quello che andavano dicendo i dottori della legge, che cioè prima della venuta del Messia sarebbe dovuto venire Elia per predisporre ogni cosa e preparare così le vie al Signore. (Matt.17, 10)
2. Ed Io risposi a Pietro: «A questo riguardo hanno ragione i dottori della legge, e pure tu con la tua domanda! È vero, Elia doveva venire per predisporre ogni cosa (Matt.17, 11). Tuttavia Io vi dico che Elia è già venuto, ma essi l'hanno tanto poco riconosciuto, quanto poco riconoscono ora Me, ed hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Ma precisamente così essi faranno anche di Me, il Figlio dell'uomo, conformemente a quanto vi ho predetto già varie volte (Matt.17, 12). In verità Io vi dico che questa razza perversa non si darà pace prima che non abbia raggiunto lo scopo della sua vendetta, ma con ciò anche il proprio giudizio!
3. Giovanni, in cui dimorava lo spirito di Elia, compì dei prodigi, ammaestrò la gente e battezzò, preparando così il popolo alla Mia venuta. Ma quale ricompensa ne ebbe?
4. Attualmente Io Stesso sto insegnando questa purissima Dottrina di Vita, e sto operando cose che non si sono ancora mai viste su questa Terra, né si vedranno mai più con simile grandiosità e molteplicità; ma appunto perciò essi covano ira tanto maggiore quanto più acerba si fa in loro la sete di vendetta, e, quando dall’Alto sarà concesso che avvenga, essi faranno a Me quello che Io vi ho annunciato già in anticipo!
5. Nei vostri petti sta ancora agitandosi continuamente la vecchia questione del perché Io Stesso permetto che gli uomini compiano una cosa simile su di Me. Ma anche sotto questo aspetto vi sono già state date spiegazioni più che sufficienti; dunque adesso scendiamo a valle a ritrovare i nostri!»
6. E solo quando ebbi terminato questo Mio discorso, i tre si accorsero che Giovanni Battista era in realtà Elia. (Matt.17, 13)
7. Ma mentre scendevamo dal monte, Pietro Mi interpellò nuovamente e disse: «Ma, Signore, la cosa appare pur sempre un po' strana nei riguardi di Elia! Egli veramente ha dimorato già tre volte su questa Terra, e sempre - dico - in un corpo di carne.
8. Le prime due venne quale Sehel, e più tardi quale Elia: egli non morì, ma salì immediatamente nei Cieli, certamente con il corpo completamente trasfigurato, nonostante che, come l'ultima volta, egli sia stato partorito a questo mondo da una donna. Quest'ultima volta però egli dovette realmente morire nel corpo; ma allora che cosa è accaduto dei due corpi di prima e che cosa avverrà del suo ultimo corpo? Quando tutto sarà compiuto, egli si troverà nel Tuo Regno dei Cieli forse con tre corpi? Infatti, di certo sta scritto che il giorno del giudizio anche i corpi risusciteranno e saranno ricongiunti alle rispettive anime! Come dunque dobbiamo comprendere ciò?»
9. Io dissi: «Quello che significa la resurrezione della carne e il giorno del giudizio, Io l'ho già spiegato chiaramente a Cesarea di Filippo e laggiù al villaggio. Non hai dunque preso nota delle Mie parole? Perché devo ripeterti sempre la stessa cosa? Tu però sai pure qualcosa a tale riguardo, ma quello che sai non ha un certo nesso, e la colpa va attribuita al modo di pensare, rigidamente giudaico, che in te è ancora fortemente accentuato se tu, malgrado le Mie molte spiegazioni, prendi sempre tutto alla lettera nella tua fantasia ostinatamente bizzarra!
10. Vedi dunque di considerare le cose dal loro vero punto di vista, e fai in modo di comprendere grazie a questa Mia Luce veramente purissima, e così non avrai più bisogno di farMi domande riguardo a simili cose che a te prima che a chiunque altro dovrebbero già da lungo tempo essere intelligibili!
11. Ebbene, il giorno in cui un bambino nasce per questo mondo non è forse il suo giorno più recente ( letteralmente “giorno più giovane”“il giorno in cui inizia qualcosa di nuovo rispetto a prima” );? O non è forse anche ciascun giorno che tu vivi un giorno recente, mentre il giorno della tua nascita, che fu allora il tuo giorno più recente, ora è invece il tuo giorno più antico?
12. La carne della quale consiste il tuo attuale corpo, un giorno si decomporrà e passerà ai vermi, nelle piante e nelle loro anime, e fuori da essa sorgeranno degli esseri assolutamente estranei i quali non avranno più in eterno niente a che fare né con la tua anima né tanto meno con il tuo spirito. Cerca di capire! È evidente che, in base a quanto ti ho appena spiegato, il giorno più recente per la tua anima sarà quello in cui verrai tirato fuori dal tuo corpo».
La resurrezione della carne
1. (Continua il Signore:) «Per la resurrezione della carne però bisogna che tu intenda le buone opere del vero amore del prossimo! Esse saranno poi la carne della tua anima la quale risorgerà - nel suo giorno più recente mondano-spirituale - al vero squillare di tromba di questa Mia Dottrina, e risorgerà a vita eterna come un corpo etereo splendente. Anche se tu avessi indossato cento volte un corpo sulla Terra, nell'Aldilà non avresti in ogni caso che un corpo soltanto, e precisamente quello che ho descritto ora. Hai compreso adesso?»
2. Risponde Pietro: «Sì, o Signore e Maestro, questo mi è adesso più chiaro che mai! Però ora mi ritorna in mente quanto sta scritto come parola di un profeta: “Nella tua carne un giorno contemplerai Dio; vedi perciò di conservarla pura e di non renderla immonda con ogni tipo di peccati! Con una carne contaminata dal peccato tu non vedrai mai il volto di Dio!”. Pressappoco così si legge in quel testo, e per l'intelletto umano è difficile dedurre qualcosa di diverso. Come si deve dunque intendere questo nel suo vero senso?»
3. Dico Io: «Precisamente così come il precedente! “Nella tua carne tu contemplerai Dio”, cioè: “Nelle buone opere conformi alla ben riconosciuta Volontà di Dio, tu vedrai Dio”. Infatti, quello che l'anima fa veramente con il suo corpo, che le è dato unicamente come uno strumento, sono soltanto le opere che conferiscono ad una anima o la nobiltà al cospetto di Dio oppure anche il contrario: le opere buone hanno purezza quale risultato, mentre le opere impure hanno impurità. Il semplice e puro pensare conformemente al puro sapere anche congiunto ad un contegno casto e puro, ebbene, tutto ciò senza le opere dell'amore del prossimo, oppure con queste ma in misura non sufficiente, non è di
gran lunga ancora adatto a costituire ad un'anima un corpo spirituale, né può quindi condurre ad una visione di Dio.
4. Infatti, colui che ha l'anima ancora tanto cieca da non rendersi conto che non è il solo e semplice sapere a conferire all’anima la vera consistenza della vita ma che sono anzitutto le opere compiute secondo il puro sapere e la fede, ebbene, costui se la passa molto male e assomiglia a qualcuno che sappia benissimo come si fa a costruire una casa e che disponga anche di eccellenti materiali in abbondanza, ma che non trovi mai il modo di decidersi a mettere mano all'opera. Dite voi se un tale riuscirà mai ad entrare in possesso di una casa e se, quando si annunceranno le tempeste invernali, potrà rifugiarvisi per avere protezione contro la furia selvaggia degli elementi scatenati!
5. A che cosa ti può servire, quando imperversa l’uragano, sapere benissimo che le mura ben costruite di una casa possono sfidare qualsiasi maltempo, e che in conseguenza di tale fatto chi vi abita dentro è perfettamente al sicuro da ogni minaccia, se tu stesso non possiedi una casa e se sei conscio che, trovandoti ancora a procedere per il deserto molto arido della tua vita, non ti è più possibile raggiungere in qualche modo una casa straniera?
6. Oh, sì, Miei cari, il sapere e il credere, per quanto puri, non hanno affatto delle mura tanto solide da proteggervi quando viene la stagione delle tempeste; ma le mura solide invece sono fornite dalle opere del vero amore per il prossimo. Esse costituiscono il vero corpo duraturo dell'anima, la sua dimora, la sua patria e il suo vero mondo. Queste cose imprimetevele bene in mente, non soltanto per voi, ma più ancora per tutti coloro ai quali predicherete il Vangelo dopo di Me! Quando essi conosceranno la Parola della salvezza e vi crederanno, esortateli pure ad operare secondo le parole dell'amore per il prossimo, da Me comandato tante volte!
7. Infatti, in verità vi dico che se uno dichiara di amare Dio sopra ogni cosa, ma non bada alla miseria del proprio fratello povero, costui non vedrà mai più nella sua carne il volto di Dio! Anche i farisei e gli scribi sostengono di servire Dio nel giusto senso e in abbondante misura, e di fare mediante le loro preghiere e i loro sacrifici costante opera di riconciliazione fra Dio e l'umanità peccatrice; ma in compenso essi stanno spogliando completamente il popolo, né vi è alcuna traccia in loro di un qualche amore del prossimo. Ma a che cosa può giovare questo? Ebbene, questo non giova né ai farisei né al popolo!
8. Infatti, in primo luogo, Dio non ha mai avuto bisogno in nessuna forma o modo di un qualche servizio dell'uomo, né meno ancora poi di un qualche olocausto di animali squartati. Ma l'offerta veramente gradita a Dio è quella fatta dal vero amore per il prossimo nelle buone opere d’amore; questa è l'offerta che viene da Lui accolta con occhio compiaciuto, e la sua benedizione allora non rimarrà certo per strada! Comprendi adesso, Pietro, che cosa significhi l’espressione “contemplare Dio nella propria carne”?»
9. Risponde Pietro: «Sì, o Signore! Ormai ho compreso perfettamente, perché Tu, o Signore, queste cose ce le hai spiegate con tanta evidenza che noi le possiamo davvero afferrare, per così dire, con la mano. Ti siano perciò rese infinite grazie! Ma ecco che siamo ormai quasi arrivati al villaggio; tuttavia mi pare che l'ora sia ormai quella della cena anziché del pranzo!»
10. Dico Io: «Questo non conta! Prenderemo un po’ di pane e di vino, e poi partiremo subito! Perciò quel poco di strada che ci resta vediamo di lasciarcela al più presto alle spalle!».
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