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Alla scuola del Signore - La via della rinascita spirituale

Nuova Parola di Dio

 

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G.E.G

 

 

[Giov. 3, 34-36]: «Poiché colui che Dio ha mandato, proferisce parole di Dio. Ma Dio non dà a lui il Suo Spirito con misura (come ad un uomo, ma in tutta la sua pienezza). Il Padre ama il Figlio e ha dato ogni cosa nelle mani Sue.  Chi crede nel Figlio, costui ha la vita eterna. Chi però non crede al Figlio, costui non vedrà la vita, bensì l’ira di Dio rimane su di lui!».

 

…«Così è anche con Colui che è venuto da Dio, per testimoniare di Dio e per parlare la pura Parola di Dio. È Egli stesso il mare senza fine (Spirito di Dio). Se di conseguenza Egli dà a qualcuno il Suo Spirito, non Lo dà in misura limitata, perché solo in Dio può esistere in ogni pienezza, ma Lo dà secondo la misura che è nell’uomo. Se però l’uomo vuole ottenere lo Spirito, la sua stessa misura non deve essere difettosa e rimanere aperta, bensì questa misura deve essere ben legata e ben sigillata!

Colui però, presso il Quale voi eravate ed avete domandato se Egli fosse il Cristo, anche se esteriormente è un Figlio dell’Uomo, ha ricevuto fin dall’Eternità lo Spirito di Dio non in misura umana, ma nella stessa infinita misura di Dio; infatti, Egli stesso è in Sé lo sconfinato mare dello Spirito di Dio! Il Suo Amore è dall’Eternità il Padre Suo, e Questo non è fuori del visibile Figlio dell’Uomo, bensì in Lui stesso. Questi è il Fuoco, la Fiamma e la Luce dell’Eternità in e dal Padre.

Ma questo caro Padre ama moltissimo il Suo eterno Figlio, ed ogni potere e potenza sono nelle mani del Figlio, e tutto ciò che noi abbiamo nella giusta misura, l’abbiamo presa dalla Sua smisurata pienezza. Egli stesso dalle Sue proprie Parole è ora tra noi un uomo di carne, e la Sua Parola è Dio, Spirito e Carne, questa noi chiamiamo il “Figlio”. Ma il Figlio è quindi in sé anche la Vita di ogni eterna Vita.

Chi di conseguenza accoglie il Figlio e crede in Lui, costui ha già in sé la Vita eterna. Infatti, se come Dio stesso in ogni Sua Parola è Vita perfettissima ed eterna, allora Egli è anche in ogni uomo che accoglie e conserva in sé la Sua vivificante Parola. Ma chi non accoglie la Parola di Dio dalla Bocca del Figlio, quindi non crede al Figlio, costui non accoglierà, ed anche non potrà accogliere la Vita, non potrà né vederla né sentirla in sé e l’ira di Dio, che è il Giudizio delle cose che non hanno altra vita oltre quella dell’eterna immutabile legge del dovere, rimarrà su di lui fino a quando non crederà nel Figlio.

Io, Giovanni, vi ho detto tali cose e ho dato a tutti voi una testimonianza pienamente valida. Con le mie mani vi ho purificato dal sudiciume della Terra! Ora, andate da Lui, accogliete la Sua Parola, affinché possiate essere resi partecipe del battesimo del Suo Spirito, senza questo, infatti, ogni mia fatica con voi sarebbe senza utilità e valore! Anch’io stesso vorrei andare da Lui! Egli però non lo vuole e mi rivela attraverso il mio spirito che devo rimanere, poiché nello spirito ho già ricevuto ciò che a voi ancora manca»[1][1].

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Dalla scuola di Vita del Signore

 

Motto: [GEG vol. IX  cap. 155, 9]: «Chi impara da Me e viene a Me nella Scuola della vita, attraverso la fede nell’unico, solo vero Dio, attraverso l’Amore per Lui ed attraverso l’amore per il prossimo, e poi vive ed opera secondo questo Mio Insegnamento, costui è un vero discepolo della Mia Scuola. E questa è l’unica vera e giusta Scuola di Vita per ciascun uomo che entra in questa scuola e vuol perseverare in essa immutabilmente fino alla fine della sua vita terrena. In questa Scuola soltanto egli troverà l’eterna vita ultraterrena della sua anima, e la morte e il giudizio della materia da lui si ritireranno».

a)  -  Il ‘nocciolo’ fondamentale della Dottrina del Signore

 - (Il Signore a Suetal):

« Come ogni cosa buona deve essere amata solo perché è buona e perciò vera, nella stessa maniera anche Dio vuole essere amato, perché Lui solamente è sommamente buono e sommamente vero! Il tuo prossimo però deve essere amato altrettanto, perché come te è l’immagine di Dio e come te porta in sé uno spirito divino.  -  Vedi, questo è il vero nocciolo fondamentale della Sua Dottrina, e con l’eventuale più precisa osservanza di questa nuova dottrina, lo spirito nell’uomo, inizialmente molto incatenato, diventa sempre più libero, si desta e compenetra alla fine l’intero uomo, e così attrae tutto nella sua vita, questa è una Vita di Dio e perciò deve durare in eterno, e precisamente nella più possibile sublime Beatitudine.   -  Ma ciascun uomo, che così in un certo senso viene a rinascere nel proprio spirito, mai vedrà, sentirà o gusterà la morte, e lo sbarazzarsi della sua carne gli sarà delizia suprema. Poiché lo spirito dell’uomo, diventato completamente una cosa sola con la propria anima, somiglierà ad un uomo rinchiuso in una dura prigione, il quale attraverso la stretta fessura di questa prigione guarda fuori i leggiadri campi della Terra e può vedere, come uomini liberi si rallegrano sugli stessi con ogni genere di fruttuosa attività, mentre lui deve ancora languire in prigione. Ma quanto felice sarà egli, quando verrà il carceriere ad aprire la porta, lo libererà dai ceppi e gli dirà: “Amico, tu sei libero da pena ulteriore; va e godi ora la piena libertà!”  -  Così lo spirito dell’uomo somiglia al frutto vitale di un embrione di un uccellino nell’uovo; quando col calore dell’incubazione è diventato maturo all’interno del vincolante guscio, lo rompe e si rallegra della sua libera esistenza.  -  Ma l’uomo può arrivare a questo soltanto con la precisa e sincera osservanza della Dottrina, Dottrina che il Salvatore di Nazaret ora annuncia agli uomini. – Ora però l’uomo riceve, quando è già rinato sempre più nello spirito, anche altre perfezioni, delle quali il semplice uomo di carne non si può fare nessun concetto. Lo spirito allora diviene in sé una potenza pari a quella divina; ciò che poi un tale spirito perfetto nell’uomo vuole, questo accade, poiché all’infuori della potenza vitale dello Spirito nell’intera infinità di Dio non può esserci nessun’altra potenza e forza. Infatti soltanto la vera Vita è Signore, Creatore, Conservatore, Legislatore e Guida di ogni creatura, e tutto perciò si deve sottomettere alla potenza dell’unico eterno Spirito vivente. »

b)  -  Autodeterminazione ed attivo amore

[GEG vol. III  cap. 241, 2-10] - (Raphael a Mathael):

 « Voi sapete che ogni uomo deve perfezionare e formare se stesso, del tutto indipendente dall’Onnipotenza della Volontà divina, liberamente da sé secondo il riconosciuto Ordine divino, per diventare in questo modo un libero figlio di Dio. Il modo più valido e quindi più efficace per questo è l’Amore per Dio ed in ugual misura l’amore per il prossimo. Al fianco dell’Amore sta la vera umiltà, mansuetudine e pazienza, perché il vero amore senza questi tre annessi non può sussistere affatto e non è nessun vero e puro Amore.

Ma come può l’uomo apprendere in sé, che egli si trova del tutto fedelmente nel puro amore secondo l’Ordine divino?

L’uomo esamini se stesso, quando vede un povero fratello o una povera sorella oppure questi vengono a Lui per aiuto, se nel proprio cuore preme del tutto apertamente il desiderio di donare con gioia, dimenticando se stesso completamente! Se percepisce questo in sé serio e vivente, allora egli è come un vero figlio di Dio già maturo, e le promesse fatte, promesse che un figlio di Dio ha da attendersi, cominciano a premere per la piena realizzazione ed a manifestarsi come meraviglia in parola ed azione, e voi quali maestri apparirete così giustificati davanti ai seguaci vostri.

Quei seguaci però, presso i quali le promesse non divengono manifeste, avranno da attribuirlo a se stessi, infatti, essi hanno il loro cuore ancora non completamente aperto al povero prossimo dell’umanità.

L’Amore a Dio e l’osservanza volontaria della Sua riconosciuta Volontà sono il vero elemento del Cielo nel cuore dell’uomo. Questo è la stanza di soggiorno dello Spirito di Dio in ogni cuore umano; però l’amore del prossimo è la porta che conduce in questa santa stanza di soggiorno. Questa porta deve essere completamente aperta, affinché la pienezza della Vita di Dio possa prendere alloggio in tale stanza di soggiorno, e l’umiltà, mansuetudine e pazienza sono le tre ampie finestre aperte, attraverso le quali la santa stanza di soggiorno di Dio nel cuore dell’uomo si illumina nel modo più splendente della Luce dai Cieli e viene riscaldata con ogni pienezza di Vita proveniente dai Cieli.

Dunque tutto sta nel libero e lietissimo assai aperto amore per il prossimo; la massima possibile abnegazione è la rivelazione delle promesse stesse. – Qui avete ora la giusta risposta alla supremamente importante questione vitale. Riflettetela ed agite di conseguenza; in questo modo vi giustificherete dinanzi a voi stessi, dinanzi ai vostri fratelli ed al cospetto di Dio! Poiché ciò che fa adesso il Signore stesso, dovranno farlo anche gli uomini, per diventare a Lui simili e quindi figli Suoi. »

c)  -  La ‘porta’ dell’abnegazione

[GEG vol. IV  cap. 1, 4–6, 9–12] - (Il Signore a Mathael):

« In Verità, Io vi dico: nessuno verrà a Me, se non lo attirerà a Me il Padre! Voi tutti dovete essere istruiti dal Padre, quindi dall’eterno amore in Dio se volete venire a Me! Voi tutti dovete essere quindi perfetti, com’è perfetto il Padre nei Cieli. Ma il molto sapere, come anche la più ricca esperienza non condurranno lì, bensì soltanto il vivente amore a Dio ed in equal misura per il prossimo; in questo sta il grande mistero della rinascita del vostro spirito da Dio e in Dio.  -  Ma ciascuno dovrà prima passare con Me per la stretta porta della pienissima abnegazione, fino a diventare come Sono Io. Ciascuno deve cessare di essere per sé qualche cosa, per poter diventare tutto in Me.  -  Amare Iddio sopra ogni cosa vuol dire: sorgere ed entrare completamente in Dio, ed amare il prossimo significa altrettanto: entrare completamente nel prossimo, altrimenti mai lo si può amare completamente; un amore a metà non è di utilità né a colui che ama né a colui che è amato. »

« In ciò sta la suprema Sapienza, che voi diventiate sapienti attraverso il più vivente Amore. Tutto il sapere però senza amore non serve a nulla! Perciò non preoccupatevi troppo per il molto sapere, bensì che amiate molto, allora l’amore vi darà ciò che nessun sapere vi potrà dare…  -  Cosa vi giova dinanzi a Me, anche se voleste disciogliervi di ammirazione sulla Mia Potenza, Grandezza e Magnificenza mai sondabile, – ma fuori della vostra casa piangono poveri fratelli e sorelle di fame, sete e freddo?! Quanto sarebbe misero e niente affatto utile una pura esclamazione di giubilo e di lode per l’onore e per la gloria di Dio, sulla quale si fa finta di non sentire la miseria dei poveri fratelli! Che cosa servono tutti i grandi e sfarzosi sacrifici nel tempio, se davanti alla sua porta un povero fratello muore di fame?!  -  Perciò siano le vostre ricerche rivolte anzitutto verso la miseria dei vostri poveri fratelli e sorelle; a costoro portate aiuto e conforto! Allora troverete in un fratello che voi avrete soccorso, di più che se aveste visitato tutte le stelle e Mi aveste glorificato con il linguaggio dei Serafini!  -  In Verità, Io vi dico! Tutti gli angeli, tutti i Cieli e tutti i mondi con tutta la loro sapienza non possono in eterno mai darvi quello che voi potete raggiungere se con tutte le vostre forze e con tutti vostri mezzi porgete vero aiuto ad un fratello che viveva nella miseria! Niente esiste di più sublime e di più vicino a Me che solamente il vero, fattivo Amore! »

d)  -  La fede come prestazione

[GEG vol. V  cap. 213, 8-9]  -  (Il Signore a Epifano):

« Con l’ascolto di una nuova Dottrina non si può fare a meno della fede per lo meno in principio. Si possono benissimo esaminare gli insegnamenti ed i loro fondamenti, – ma per questo ci vuole che li si abbia accolti prima in base all’autorità della veridicità del maestro come verità di alto valore, anche senza immediata radicale comprensione; poiché questa viene solo col suo adempimento, cosa che la Dottrina ha stabilito in sé stessa come condizione. Se questo non viene alla luce, allora soltanto si potrebbe dire alzando le spalle: “O la Dottrina era campata in aria, oppure da parte mia non sono ancora state adempiute completamente le condizioni poste”. Allora è il momento di consultarsi col Maestro più da vicino e chiedere, informandosi, se la fedele osservanza dei principi della nuova Dottrina ha prodotto anche in nessun altro l’effetto sperato?! Ma se in un altro ha avuto effetto, in te solamente no, evidentemente allora la colpa sta soltanto in te, e tu avresti poi da recuperare, assai solerte, tante omissioni e trascuratezze per raggiungere ciò che ha raggiunto il tuo vicino. »

 

e)  -  Conoscenza di se stesso e conoscenza di Dio

[GEG vol. V  cap. 215, 1-7]  -  (Il Signore a Epifano):

« La Mia causa e la Mia Dottrina consiste semplicemente in questo, mostrare all’uomo da dove egli è venuto veramente, che cosa egli è, e dove deve andare ed anche andrà secondo la pienissima Verità.   -  Già i sapienti greci hanno detto: “Il più difficile, il più importante e sommo sapere sta nella più possibile perfetta conoscenza di sé stessi!”. E vedi, precisamente questa è ora la causa Mia; infatti, senza questa conoscenza è impossibile riconoscere un Supremo Essere Divino quale Fondamento di ogni divenire, essere ed esistenza!  -  Ma chi non riconosce questo e non dispone la sua vita, sentimenti e costumi per il solo vero scopo della Vita, e per riconoscere perfettamente un supremo Essere divino come l’eterna Causa Prima di ogni essere e divenire, questi è così ben come perduto!  -  Poiché come ogni cosa ben presto si disgrega e si annienta totalmente rispetto a ciò che era nel caso in cui nel proprio interno non abbia una consistenza tale per cui tutte le sue parti aderiscano completamente e si fissino, e la consistenza stessa risulti sempre più immutabile, così succede anche all’uomo che in se stesso e con se stesso ed in Dio e con Dio non è diventato totalmente una cosa sola.  -  Ma l’uomo potrà questo soltanto per il fatto che si riconosce completamente e per questo motivo poi inevitabilmente riconosce anche Iddio quale sua Causa prima, e dopo tale riconoscimento diviene attivo in tutta la sua sfera di vita. -  Così un uomo è diventato in sé maturo e puro, allora egli è poi anche un signore di tutte le forze fuoriuscenti da Dio e per mezzo di queste è anche diventato un maestro di ogni creatura spirituale e materiale, in sé e per sé non esiste più nessuna forza distruttibile e così egli viene a trovarsi poi nella Vita eterna.  -  E vedi, questo è ora il totale compendio di tutta la Mia nuova Dottrina, la quale però in fondo è veramente una Dottrina antichissima data al principio dell’uomo sulla Terra. Essa andò solamente perduta per la pigrizia degli uomini ed è ora ridata come nuova da Me agli uomini che sono di buona volontà, quale il perduto antichissimo Eden (Je den = è giorno). »

f)  -  La coscienza e l’influsso degli angeli

 (Raphael a Mathael):

(Raphael): « Credi tu che noi, spiriti angelici in numero sterminato, e qui specialmente io, stiamo al Signore in servizio soltanto su questa collina? Vedi, com’è evidente ora stiamo qui dinanzi agli occhi tuoi, così stiamo noi al Signore sempre pronti per grandi servizi e portiamo la Sua Volontà da un’Infinità all’altra; e sta pur certo che anche nel tuo paese del Ponto sapremo trovarti e ti metteremo sempre a conoscenza di tutto ciò che ti sarà necessario conoscere secondo l’Ordine di Dio.  -  Ma se tu come re dovessi passare nell’abituale dominante superbia e ti allontani così dal Signore e quindi anche da noi, allora certamente non apprenderai più nulla del Regno di Dio e della sua incommensurabile Grazia! Quindi preoccupati di nient’altro, affinché tu rimanga nella Grazia e nel pieno Amore del Signore, – tutto il resto ti verrà da sé!  -  Se tu potessi convincere te stesso di tutto ciò che il Signore opererà ancora in seguito su questa Terra, e ti lasciassi però in qualche modo sedurre dal mondo, allora tutto quanto visto e udito ti servirebbe tanto quanto se tu non avessi visto e udito nulla! Ma se tu rimarrai nella Grazia e nell’Amore del Signore così che non ti lascerai accecare dal mondo, ma continuerai ad amare il Signore sopra ogni cosa ed il prossimo tuo come te stesso, anche se tu ti trovassi nel più estraneo e più lontano mondo, ciò nondimeno saresti iniziato in tutto ciò che il Signore farà, per quanto sarebbe reputato necessario per la salute della tua anima! Sei tu soddisfatto di questo?  -  Dice Mathael: “O mio sublime Amico dai Cieli di Dio! Io sono perfettamente soddisfatto con questo, e nient’altro mi occorre se non unicamente che io sia ammonito da te, qualora, indotto dall’una o dall’altra circostanza, dovessi sia pur minimamente, allontanarmi dal Signore e dall’Ordine Suo! Perché una simile spinta al tempo giusto vale più di un mondo colmo dei più grandi tesori!”.  -  Dice Raphael: “Anche questo accadrebbe sempre senza la tua richiesta. Poiché vedi, ciascun uomo possiede nel suo cuore un organo spirituale che a noi angeli di Dio sta sempre aperto ed è accessibile senza impedimento! Quest’organo rappresenta semplici concetti: bene – male, vero – falso, giusto – ingiusto. Se tu operi continuamente il bene, il vero ed il giusto, allora da parte nostra viene toccata la parte positiva e buona dell’organo, e con ciò in te sorge il sentimento ricompensante che hai operato bene e parlato giusto. Ma se in qualche modo non hai operato e parlato bene, allora viene da noi eccitato l’opposto dell’organo, e ti afferrerà un’angoscia che ti dirà che hai deviato dall’Ordine di Dio. E quest’organo nel linguaggio morale assai fine si chiama coscienza.  -  Ti puoi fidare completamente di questa voce; essa mai e poi mai t’ingannerà. Potrebbe solo essere che qualcuno rendesse così insensibile quest’organo che alla fine non potrà più per nulla percepire il nostro tocco in seguito all’essere diventato troppo materiale; ma in un caso simile la parte spirituale dell’uomo risulterebbe, in ogni caso, completamente perduta! Ma questo presso di te sicuramente mai sarà il caso, perché tu, nella Grazia e nell’Amore del Signore, hai già fatto un salto troppo grande ed il Signore assieme ai tuoi compagni ti ha trasformato e organizzato completamente a nuovo. La tua anima è ancora bensì quella vecchia, nella quale l’Amore del Signore come il suo Spirito ha già cominciato potentemente ad agire; ma la tua vecchia, maligna carne è stata trasformata dal Signore, affinché non opprima l’anima tua. Fra breve il tuo amore per il Signore, attraverso l’operosità dell’amore per il prossimo, traboccherà nell’intensiva essenzialità e forma, e poi diventerà completamente una cosa sola con l’anima; allora tu sarai rinato nello spirito e nella Verità e come tale entrerai in unione spirituale con l’Amore primordiale in Dio e diventerà per questa ragione con Esso parimenti una cosa sola.  -  Ma con ciò l’Amore di Dio verrà ad assumere di fronte a te anche entità e forma, e tu potrai poi vedere Dio e parlare con Lui, ed il Signore, così come ora è qui a te fisicamente visibile e percettibile al cuor tuo, sarà e rimarrà in eterno la tua Guida e Maestro. Ed allora non vi sarà più nessuna possibilità di allontanarti dal Signore, perché allora tu sarai nella volontà e nella conoscenza come puro e vero figlio dell’eterno Padre completamente Uno con Lui”. »

g)  -  Esortazione allo spirito della riconciliazione

[GEG vol. V  cap.250, 1-4]   -  (Il Signore a Pietro):

« S’intende dunque da sé che in questo mondo per i grandi e rozzi criminali devono esserci ed esistere nei diritti degli uomini anche potenti e grandi tribunali mondani, altrimenti alla fine nessuno sarebbe più sicuro della propria vita. Ma trattandosi di piccoli traviamenti, che non di rado accadono tra gli uomini, allora questi conviene che vengano appianati dinanzi al tribunale della Misericordia e dello Spirito conciliativo del cuore, affinché dai piccoli traviamenti degli uomini che avvengono l’un con l’altro, non finiscano con il generare delitti gravi e pesanti; poiché in verità Io vi dico: rapina, omicidio ed assassinio alla fine sono nient’altro che conseguenze dei piccoli traviamenti degli uomini che in origine erano piccoli ed avevano radici esclusivamente in meschine considerazioni mondane, egoistiche e presuntuose. »

 

[GEG vol. IV  cap. 78, 1-5]  -  (Il Signore a Zorel):

« Chi confessa pentito i propri peccati e fa penitenza nella vera, vivente umiltà del suo cuore, questi Mi è più caro che novantanove giusti che non hanno ancor mai avuto bisogno di penitenza. Vieni perciò ora a Me, o amico contrito; poiché in te c’è ora il vero sentimento dell’umiltà, cosa che a Me è più gradito dei sentimenti dei giusti che lo sono fin da principio, i quali esclamano nei loro cuori: “Osanna, o Dio nell’alto dei Cieli, dal momento che noi consapevolmente non abbiamo mai profanato il Tuo santissimo Nome con un peccato!”. Questo esclamano essi e ne hanno anche il diritto; ma a causa di ciò essi anche guardano un peccatore con occhio di giudice e come la peste fuggono la vicinanza sua!  -  Perciò vieni a Me, ed Io ti mostrerò la sola vera via della Vita e dell’Amore e della vera sapienza proveniente da questo Amore! – Vedi amico, la via che conduce alla Vita dello Spirito, è una via spinosa e stretta. Con altre parole ciò vuol dire: tutto quello che in questa vita ti può accadere di irritante, di amaro e di sgradevole da parte degli uomini, combattilo con tutta indulgenza e mansuetudine, e chi ti fa del male, a questi non ricambiare il male, ma rendigli invece l’opposto, così ammasserai carboni ardenti sul suo capo. Chi ti percuote, a questi non rendergli le percosse, – prendi piuttosto da lui ancora una percossa, affinché vi sia e rimanga pace e concordia tra voi; perché soltanto nella pace prospera il cuore e lo sviluppo dello spirito progredisce nell’anima. »



[1][1] Annotazione del Signore: «Questa è l’ultima e più grande testimonianza di Giovanni su di Me e non ha bisogno di ulteriore spiegazione, dal momento che si spiega in e da sé. Ma il motivo del perché non è data così per intero nel Vangelo, rimane sempre lo stesso: perché, per primo allora era la necessaria maniera di scrivere, secondo la quale erano annotati solo i punti principali, ma tutto il resto che uno spirito risvegliato poteva trovare facilmente da se stesso, era tralasciato; per secondo però, affinché il Santo Vivente nella Parola non potesse essere insudiciato e profanato. E perciò ogni versetto è un granello saldamente chiuso, nel quale il germoglio giace nascosto per una Vita infinita e per la sua pienezza di Sapienza mai misurabile».



28/12/2016

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